Il paesaggio che si vede dalla mia casa in Gallizia.
06/02/19 – Francisco Gómez Regenjo
Quando si parla della Spagna, molti italiani pensano al sole, al flamenco, ai tori, alla paella e alla sangría. Nello stesso modo in cui gli stranieri parlano dell’Italia e pensano a pasta, pizza, gondole e gladiatori. Ovviamente, la realtà è molto più complessa. Vengo dalla Galizia, un paese che corrisponde all’angolo nord ovest della penisola iberica. E li, pochi cliché sulla Spagna si soddisfano. La nostra terra è la prima che viene bagnata dalla Corrente del Golfo dopo che ha attraversato l’Atlantico. Per questo il clima, normalmente, è umido e piovoso in inverno, e anche a volte in estate.
Se si aggiunge a queste condizioni meteorologiche una geografia punteggiata di piccoli fiumi, valli e montagne, uno si aspetterebbe di trovare un paesaggio dominato dalla foresta atlantica. Querce, castagni, betulle e pini nelle valli e bassa vegetazione nelle montagne. Ma in gran parte della Galizia, questo non è il caso. Un albero che sembra stato rimosso da una foresta tropicale cresce dappertutto: l’eucalipto.
Santiago di Compostela, il posto della Galizia più conosciuto dagli italiani. Fonte: La Voz de Galicia
Con questo nome conosciamo un genere di piante originarie dell’Australia che copre diverse centinaia di specie. Le prime descrizioni degli esploratori occidentali sono state fatte nel Cinquecento ma è stato a partire dal Settecento che ha iniziato ad essere introdotto in Europa. Il primo eucalipto all’aria aperta del continente fu piantato nella Reggia di Caserta nel 1792. Nel caso della Galizia, gli scienziati Francisco Javier Silva Pando e Rubén Pino Pérez hanno trovato una documentazione che colloca la prima piantagione del genere intorno al 1850.
La situazione è cambiata molto dalla metà dell’Ottocento. Da curiosità esotica ed elemento ornamentale, è passato ad essere un serio problema ambientale. Oggi, e secondo la Xunta de Galicia (il governo della regione), l’eucalipto occupa 425.000 ettari, ovvero il 14% della superficie totale del paese. Come siamo arrivati a questa situazione? Bene, in larga misura, grazie alle straordinarie caratteristiche, quasi superpoteri, di questo albero.
In giallo, la superficie che occupa l’eucalipto in Galizia. Fonte: Xunta.gal
La prima è che cresce in modo incredibilmente veloce. Un esemplare di 4 anni delle specie Globulus Labill., la più comune nella penisola iberica, può raggiungere i 15 metri di altezza. Un proverbio popolare dice: “pianta degli eucalipti per te, dei pini per tuoi figli e delle querce per tuoi nipoti”. Per questo motivo, era una specie molto attraente per il rimboschimento e la produzione del legno. Le piantagioni si sono diffuse tanto velocemente quanto l’albero cresce.
Una crescita così veloce richiede molte risorse. Ecco perché è un albero che consuma molti litri d’acqua, ideale per il drenaggio di terreni molto umidi. In questo modo in molti luoghi, come l’Italia, è stata evitata la formazione di focolai infettivi. E in Galizia, come ho detto, piove molto, quindi questa capacità non dovrebbe essere un problema. No?
Potremmo anche dire che ha la capacità di “resuscitare”. Se tagliate un esemplare, nel giro di qualche settimana i germogli appariranno sul moncone e l’albero crescerà velocemente come la prima volta. Lo stesso accadrà se si scoppia un incendio boschivo.
E se ciò non bastasse, produce oli con proprietà medicinali a cui dobbiamo quell’abbronzatura aromatica caratteristica e piacevole. Quindi? Cosa potrebbe andare storto con un super albero che ha anche un buon odore?
Bene, si scopre che questi oli sono altamente infiammabili, e inoltre la crosta e sottile, leggera e cresce a spirale. L’eucalipto è un albero progettato per bruciare, quello che in gergo scientifico è noto come pianta pirofila. Tra l’altro le foglie che quando cadono coprono il terreno, contengono sostanze allelopatiche, composti chimici che impediscono e ostacolano la crescita di altre specie. L’eucalipto, economicamente molto redditizio, fu massicciamente piantato. Senza predatori naturali, come conseguenza si è avuta un’espansione senza controllo. Gli alberi autoctoni hanno perso terreno e hanno complicato il recupero, dal momento che non possono competere con tutti questi adattamenti evolutivi.
Una casa vicina agli eucalipti, durante la oleata di fuoco del 15 otobre 2017. Fonte: rtve.es
Si scopre che la Galizia ha più di un terzo dei toponimi dell’intera Spagna. Cioè, la popolazione galiziana è molto diffusa. Un albero pirofilo che circonda migliaia di piccoli centri abitati, non è solo un problema ambientale, è anche un problema umano. Ad esempio, l’incendio che ha ucciso Maximina Iglesias (86 anni) e Angelina Otero (78) nel villaggio di Chandebrito il 15 ottobre 2017.
Ci sono molte voci contro l’eucalipto. Molti chiedono che vengano adottate solide misure legali che aiutino a migliorare la situazione. Prendono come esempio il caso del nostro paese fratello, il Portogallo, dove il governo ha proibito il rimboschimento delle terre disseminate con l’albero australiano. Ci sono persino Brigadas deseucaliptizadoras: gruppi di persone che si riuniscono per tagliare e impedire il progresso degli eucalipti mentre seminano specie autoctone.
I eucalipti circondano anche la stessa fabbrica di ENCE. Fonte: Diario de Pontevedra
Ma l’eucalipto ha agenzie molto potenti dalla sua parte: le aziende dell’industria del legname e della cellulosa. Quelle che beneficiano di piú dello sfruttamento eccessivo, esercitano così tanta pressione che, nonostante tutte le prove che ho cercato di spiegare in questo articolo, il Ministero Spagnolo dell’Ambiente non considera l’eucalipto come una specie invasiva. In effetti, ENCE, un’industria della carta presente nell’estuario di Pontevedra, nota per l’’impatto ambientale delle sue strutture, ha ricevuto dal governo dello Stato di Mariano Rajoy un’estensione nella sua licenza fino all’anno 2073.
Viviamo in un’epoca in cui è possibile acquistare per mezzo dei soldi la verità scientifica. Un’epoca in cui il prezzo del mercato azionario pesa più di Maximina e Angelina e le loro vite soffocate in un furgone circondato dal fuoco. Sì, l’eucalipto teneva calde le case dove sono cresciuti i miei nonni e genitori, e molti altri. Ha dato e dà lavoro. Ma ciò non significa che non sia necessario fermarlo, cercare alternative e difendere i nostri ecosistemi nativi.