La qualità fattore decisivo per lo sviluppo dell’Italia.
Le elezioni sono alle porte e in piena bagarre elettorale, mentre i partiti sembrano ancora presi da vecchie paure ed ancorati a vecchie ricette, Legambiente ha pensato bene di mettere sul piatto qualcosa di completamente diverso: ha presentato un disegno di legge sulla bellezza del nostro maltrattato Paese, «Una proposta per fare della prossima legislatura finalmente un’occasione di cambiamento. La bellezza come tema portante di scelte concrete, la qualità come chiave di ogni trasformazione del territorio».
Il testo, che è già sottoscritto da numerose personalità del mondo della cultura e dello spettacolo, delle imprese e della scienza, è stato presentato oggi e sarà sottoposto ai candidati alle elezioni affinché lo facciano proprio. Hanno già aderito alcuni sindaci italiani come Graziano Delrio (sindaco di Reggio Emilia e presidente Anci), Michele Emiliano (sindaco di Bari), Giusi Nicolini (sindaco di Lampedusa e Linosa) e Stefano Pisani (sindaco di Pollica).
Il disegno di legge è composto da 10 articoli, che riorganizzano in un sistema unico i provvedimenti legislativi inerenti alla qualità del territorio e definiscono chiaramente il percorso da intraprendere per rimettere al centro la bellezza nelle sue tante declinazioni operative: La bellezza patrimonio del Paese; Tutela e riqualificazione del patrimonio paesaggistico italiano; Tutela del suolo e contenimento del consumo; Bellezza delle opere pubbliche e concorsi di progettazione; Rigenerazione urbana; Contributo per la tutela del suolo e la rigenerazione urbana; Repressione dell’abusivismo edilizio e recupero ambientale delle aree; Dibattito pubblico per l’approvazione delle infrastrutture di interesse nazionale; Bando di idee per la bellezza; Bellezza dei gesti e senso civico.
Nella premessa al disegno di legge è scritto: «La bellezza, senza dubbio, è la principale caratteristica che il mondo riconosce all’Italia. Per le città, i paesaggi, le opere d’arte, il made in Italy, la creatività e l’elenco potrebbe continuare a lungo. Oggi puntare sulla bellezza è un obiettivo imprescindibile e una chiave fondamentale per capire come il nostro Paese possa ritrovare le idee e la forza per guardare con ottimismo al futuro. Cultura e bellezza sono infatti, un fattore decisivo su cui costruire il nostro sviluppo. Perché intorno al concetto di qualità, nelle sue tante declinazioni culturali e sociali, nell’intreccio inestricabile tra natura e sapiente intervento antropico, si racchiude il meglio della nostra identità e della nostra storia, e al contempo una chiave per immaginare un altro futuro, oltre la crisi. Il secondo obiettivo sta nella necessità di tenere assieme temi e questioni oggi affrontati in modo parcellizzato quando non contraddittorio. Occorre fare della qualità la chiave di ogni trasformazione nel territorio italiano. Solo così sarà possibile contaminare a 360 gradi la cultura architettonica e ingegneristica, il lavoro degli amministratori locali, arrivando a coinvolgere persino Soprintendenze e provveditorati alle opere pubbliche, per fare di ogni intervento un’occasione per qualificare il territorio, rispettando le risorse e valorizzando le specificità locali. E dunque ad essere un Paese capace di muovere intelligenze e attenzioni, investimenti, intorno a un’idea di paesaggio come valore aggiunto dello straordinario patrimonio di città e piccoli centri, di beni ambientali, storici e architettonici, artistici, di culture materiali e immateriali. Il progetto che proponiamo al Paese è quello di conservare e valorizzare la bellezza presente e di svilupparla in ogni intervento. E per questo nella nostra idea di bellezza l’attività antropica, il ruolo delle comunità e degli individui, è centrale e fondante nell’intreccio con la dimensione naturale della bellezza che caratterizza i paesaggi più affascinanti – dai borghi storici ai territori agricoli – e nell’importanza che oggi assume la produzione di nuova bellezza. Per fare in modo che questo inizio di XXI secolo diventi il tempo di una idea di architettura capace di coniugare una nuova estetica con la risposta alla domanda di case e spazi urbani degni di questo nome, e di tenere assieme vivibilità e sicurezza, identità e qualità. La sfida è a promuovere un modello di sviluppo nuovo, alternativo a quello fondato sulla crescita edilizia che ha distrutto bellezza naturale e non ne ha sostanzialmente prodotta. Oggi più che mai, si deve invece guardare in un’altra direzione per innescare nei territori processi di trasformazione che puntino a rendere più belle, moderne e vivibili le città italiane, a migliorare la qualità della convivenza, del benessere individuale e collettivo e anche a muovere creatività, vitalità e diversità».
Secondo il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, «Questo paese non produce più nuova bellezza, se non per qualche oggetto isolato. Le periferie, il consumo di suolo, l’abusivismo, l’emarginazione dei giovani, l’individualismo esasperato, i tagli alla cultura e alla scuola sono tutti fenomeni che rubano bellezza al nostro paese. Proprio la bellezza, invece, può essere la chiave per rivedere politiche che interessano fortemente il territorio e concorrono in maniera rilevante a definirne caratteri e qualità. Nella nostra idea di bellezza l’attività antropica, il ruolo delle comunità e degli individui, è centrale. L’intento della proposta che avanziamo è di innescare nei territori processi di trasformazione che puntino a rendere più belle, moderne e vivibili le città italiane, a migliorare la qualità della convivenza, del benessere individuale e collettivo e a muovere la creatività. La sfida, insomma, è invertire la tendenza, promuovendo un modello di sviluppo alternativo a quello che ha distrutto la bellezza naturale senza produrne di nuova. Con queste proposte si cambia strada in modo inequivocabile: concorsi di progettazione, demolizioni degli abusi, stop al consumo di suolo, investimenti in recupero e cultura, valorizzazione della bellezza e del civismo. Ai partiti e ai candidati chiediamo un impegno vero per far entrare questi temi nella campagna elettorale e nei programmi, per poi trasformarli in una legge nella prossima legislatura».
Per far conoscere ai cittadini la proposta di legge, trovare adesioni e creare mobilitazione, Legambiente organizza la campagna itinerante “Italia, bellezza, futuro” che lega le tematiche della legge a situazioni territoriali concrete e simboliche. Fino ad aprile “Italia, bellezza, futuro” attraverserà l’Italia con un viaggio tra luoghi, storie e persone che stanno costruendo un pezzo di futuro “di bellezza e qualità”, con un investimento su giovani, conoscenza e innovazione e minori disuguaglianze interne.
La partenza è il 19 gennaio da Paestum per parlare del progetto di azionariato popolare per riqualificare l’intero perimetro originario della area archeologica e dal San Carlo di Napoli per la prima rappresentazione del Rusalka di Antonin Dvorak. Poi sarà l volta di Agrigento per sollecitare l’abbattimento degli abusi a Scala dei Turchi. Alle Cinque Terre si parlerà di tutela paesaggistica dopo l’alluvione del 2011 e a Roma si pedalerà per la pedonalizzazione del Colosseo. Tappa anche a Pollica per la riqualificazione dei borghi storici. All’Auditorium di Renzo Piano all’Aquila la bellezza della cultura sarà presentata come chiave di rinascita della città, sulle Dolomiti si parlerà della delicatezza del sito patrimonio Unesco, a Torino di spazi per i giovani e la creatività. L’ultimo appuntamento del tour sarà a Bari con i sindaci che stanno sottoscrivendo il testo proposto da Legambiente.
Ecco le prime adesioni: Ottavia Piccolo (attrice), Patrizio Roversi (scrittore e conduttore televisivo), Dario Vergassola (comico), Giovanni Valentini (giornalista), Antonello Caporale (giornalista), Leopoldo Freyrie (presidente Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori), Ricky Tognazzi (attore e regista), Don Luigi Ciotti (presidente Libera), Franco Arminio (poeta e scrittore), Monica Amari (docente Università Bicocca), Moni Ovadia (attore e scrittore), Syusy Blady (autrice e conduttrice televisiva), Federico Oliva (presidente INU), Neri Marcorè (attore), Francesca Molteni (amministratore Muse Project Factory), Cetta Petrollo Pagliarani (direttrice biblioteca di Archeologia e Storia dell’Arte di Roma), Filippo Solibello (conduttore radiofonico), Maria Pia De Vito (cantante jazz), Ares Tavolazzi (musicista AREA), Erma Castriota (cantante e violinista), Gegè Mangano (Chef), Antonio Infantino (musicista e poeta), Ilaria Patassini, Pilar (cantante), Gianluigi Angelantoni (Angelantoni Industrie), Stefano Arvati (Renovo Spa), Valerio Caramassi (presidente Revet), Piero Cesanelli (direttore artistico Musicultura), Luigi Boitani (zoologo e docente Università La Sapienza), Laura Valente (musicologa), Rosanna Purchia (Sovrintendente del San Carlo di Napoli), Marcello Buiatti (docente Università Firenze), Giulio Conte (biologo, Ambiente Italia), Beppe Gamba (presidente Azzero CO2), Riccardo Dalisi (designer, architetto), Giuseppe Cederna (attore e scrittore), Enrico Alleva (etologo), Gianni Silvestrini (ricercatore, direttore scientifico Kyoto Club), Flavia Zucco (biologa, ricercatrice), Marco Frey (docente Scuola Superiore Sant’Anna Pisa), Boris Zobel (educatore), Massimo Scalia (docente Università La Sapienza), Roberto Gambino (docente Politecnico di Torino), Agnese Nano (attrice), Roberto Saviano (scrittore), Sandro Polci (partner Cresme Consulting), Fabio Renzi (segretario Fondazione Symbola), Franco Iseppi (presidente Touring Club Italiano), Giampiero Sammuri (presidente Federparchi), Oscar Farinetti (Eataly), Roberto Grossi (Federculture).
Da greenreport.it